IL TERRITORIO DEL GAL SUD EST BARESE

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COMUNE DI BITRITTO

 

bitrittoPiccolo centro situato nella conca di Bari, sulle ultime propaggini della Murgia barese, a meno di 10 km dal capoluogo, Bitritto è chiamato il paese dei “nocellai”, vale a dire il paese della gente che conduce una vita semplice, espressione di un’economia prevalentemente legata alla terra. Le prime comunità umane residenti nella zona dell’attuale Bitritto dovevano essere presenti in ipogei carsici, successivamente trincerati e poi agglomerati in villaggi (vici), corrispondenti alle antiche contrade oggi denominate San Marco, San Giovanni, Randa; villaggi di età greco - peuceta di cui esistono testimonianze archeologiche.

 

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bitritto

Piazza Leone 14
  70020 Bitritto (BA)

Tel. (+39) 080 385 8111

PEC

  : sito ufficiale

INFO POINT

Piazza Leone 15
70020 Bitritto (BA)

: 11.00 - 13.00 / 15.00 - 17.00

 

 

Bitritto si trova a Sud Ovest del capoluogo pugliese e con 11.276 abitanti occupa una superficie di 17,98 chilometri quadrati. È una cittadina con un tessuto urbano agricolo, commerciale e industriale.

Le prime comunità residenti a Bitritto dovevano essere all’interno degli ipogei carsici, successivamente trasformati in villaggi corrispondenti alle contrade di San Marco, San Giovanni, Randa e altre. Si attesta l’esistenza di un’antica acropoli nota come il “Pendio”, costruita intorno al VII – VI secolo A.C. 

Nel periodo alla caduta dell’impero romano e della guerra greco-gotica, nascono nuovi insediamenti longobardi e la città continua ad espandersi nel periodo bizantino. Nello stesso periodo avviene l’insediamento di comunità monastiche, di monaci orientali e poi benedettini, occupando cavità carsiche e costruendo chiese e monasteri, sviluppandosi anche il culto di San Michele Arcangelo. La Chiesa Anticamente più importante di Bitritto dedicata a San Michele Arcangelo, poi trasformata in Chiesa Collegiata di Bitritto con annesso il monastero, conteneva un antichissimo bassorilievo, ora scomparso ma di cui esiste documentazione fotografica, in cui la figura del Cristo benedicente tra la Vergine e l’Arcangelo Gabriele mostra chiare influenze bizantine. 

In epoca normanna diventa un centro fortificato, difeso da solide mura, all’estremità viene costruito il Castello di Bitritto assumendo il ruolo di edificio simbolo. Nel cinquecento e nel seicento il paese sarà dominato da figure vescovili con la costruzione di nuove chiese. 

Alla fine del settecento la nuova classe sociale borghese si scontra con il potere feudale vescovile per cui il comune si pone come soggetto autonomo nei confronti della Mensa Arcivescovile di Bari. La legge dell’abolizione del feudalesimo del 2 agosto 1806, elimina i diritti feudali dei baroni, e il comune da precise regole con l’istituzione degli Statuti Municipali. 

Nel 1861 con la proclamazione del Regno d’Italia nel mese di febbraio l’ira del popolo troppo repressa esplode, distruggendo il giardino della mensa vescovile aprendo il varco per una strada verso il comune di Sannicandro. Dopo il 1861 il paese ampliò l'abitato extra moenia, sviluppando in tal modo un contemporaneo e più agevole impianto “a scacchiera”. Nel 1888 dopo la crisi vinicola ed agraria seguita dalla rottura del trattato commerciale con la Francia, si aggrava cosi la vita per i piccoli proprietari e contadini. A questa difficoltà per la sopravvivenza molti lavoratori meridionali sono costretti all’emigrazione, diretti prevalentemente negli Stati Uniti. 

I cittadini che rimangono in città vedono completare nuove opere pubbliche tra cui quelle relative all’Acquedotto Pugliese sostenuto da un concittadino Nicola Balenzano, a cui seguirà negli anni venti e trenta la costruzione della rete fognaria e l’installazione della rete elettrica. Negli anni della seconda guerra mondiale l’espansione edilizia si arresta. La ricostruzione continuerà solo negli anni sessanta e settanta attraverso la trasformazione di Bitritto che arriverà fino ai nostri giorni, un cambiamento ci sarà sia dal punto di vista demografico, politico, sociale, benessere economico ed una rapida espansione urbanistica che colloca Bitritto nella grande area metropolitana del capoluogo pugliese

 

Numerosi sono i monumenti ecclesiastici e le architetture civili nella città di Bitritto; le chiese furono costruite tra il cinquecento e il seicento quando era dominato da figure vescovili e dal clima della Controriforma tridentina, seguirà l’istituzione di nuove chiese oltre alle visite pastorali dei vescovi Puteo e Riccardi. (cfr. Guida di Bitritto)

Una delle architetture di rilevante importanza artistico religioso è la Chiesa madre dedicata alla Madonna di Costantinopoli. La costruzione della Chiesa matrice avvenne intorno al 1530 legata alla fine dell’epidemia della peste. Il clero abbandonò la chiesa di Sant’Angelo per trasferirsi presso la nuova chiesa matrice, che assunse il doppio titolo canonico di Santa Maria di Costantinopoli e di San Michele Arcangelo. Il clima inizia a cambiare quando gli stessi cittadini riedificano le fondamenta intorno al 1774. La facciata si presenta in stile tardo barocco in pietra rustica. Il campanile ospita l’orologio pubblico e termina con una cella campanaria con all’apice la statua della Madonna. La pianta si presenta ad unica navata con botte ribassata, la cupola è divisa da otto vele rappresentanti gli angeli mentre sui pennacchi sono raffigurati gli evangelisti. L’interno della chiesa appare in stile tardo barocco con la presenza di finti marmi dipinti con pareti decorate con stucchi. 

Espressione dello spirito ecclesiastico continua nella Chiesa del Purgatorio definita la Chiesa dell’Immacolata, sia per una statua dell’Immacolata posta sulla facciata, sia perché la Vergine Immacolata fa da mediatrice alle anime del Purgatorio. Fu sede della confraternita del Pio Monte Purgatorio, nello stesso luogo sorgeva la chiesa di San Giovanni. La facciata che osserviamo è stata costruita nel 1725 ed è di stile tardo barocco. Il portale d’accesso è sormontato da una nicchia absidata contenente una scultura in pietra dipinta della Vergine Immacolata. Nel registro intermedio si apre al centro un finestrone ad arco ribassato inquadrato in due lesene a più ordini, proseguimento delle inferiori che terminano con ricchi capitelli ionici affiancati da archi inflessi. La pianta rettangolare a navata unica, con un ampio presbiterio rialzato da tre gradini rispetto allo spazio assembleare. L’interno suddiviso da tre campate formate con tre grandi archi a tutto sesto ed è caratterizzato dalle cappelle laterali nelle quali sono collocati ben cinque altari in pietra con elementi decorativi e sculture.

Grande interesse suscita la piccola Chiesa di Santa Caterina in via Fioni, fondata intorno al 1588 dalla nobile famiglia Bolognese Guidotti, nel luogo dove, si racconta, abbiano trovato rifugio i profughi di Balsignano accorsi quando l’antico casale modugnese fu distrutto agli inizi del 1500. Dietro la facciata neoclassica, il piccolo edificio custodisce due sculture in pietra raffiguranti S. Giuseppe e S. Caterina, opera della seconda metà del Seicento di fattura locale.

Di grande interesse è la Chiesa rurale di San Pietro, si trova lungo la strada della via Peucetia citata da Strabone oggi in via Carlo Alberto. La data di costruzione rimane incerta la pianta dell’edificio si presenta ad unica navata a pianta rettangolare, con tetto a capanna sormontato al centro dal campanile a vela nella parte superiore si nota una croce in ferro. Il prospetto è caratterizzato da un portale d’ingresso, nella parte superiore del portale si apre un oculo circolare che contribuisce all’illuminazione dell’edificio. All’interno vi è un pavimento ed un affresco risalenti al settecento.

Infine un’altra chiesa possiamo osservarla nell’agro di Bitritto ubicata a Nord-Ovest la Chiesa di Santa Maria del Deserto, la prima notizia storica riguardante la cappella di S. Maria del Deserto risale al 1730. L'edificio, a pianta rettangolare e ad aula unica, è coperto da una volta a padiglione su peducci. Lateralmente due archi a tutto sesto delineano altrettante nicchie ricavate nello spessore delle murature. Sulla facciata a capanna, realizzata con muratura in conci di pietra calcarea scialbati a calce, si apre un portale architravato con timpano spezzato entro cui si inserisce una nicchia a tutto sesto; in alto, una essenziale finestra crociata in asse con il portale costituisce l'unica fonte di illuminazione dell'interno. La facciata si conclude con un campanile posto sul medesimo asse verticale.

Non sono tantissime le architetture civili a Bitritto, una delle più importanti è il Castello Normanno Angioino. La costruzione, in piazza Leone, è attualmente sede del Comune. Il castello baronale, costruito a pianta quadrangolare, di origine normanna, poi sviluppatosi in età sveva e angioina, conserva due torri: una quadrata e l’altra circolare. Con la sua meravigliosa loggia che sovrasta il portale principale e con le tre torri, lo splendido castello, testimone di secoli di intricata storia. È stato proprio durante i lavori di ristrutturazione che sono stati rinvenuti, sotto il cortile e le fondamenta normanne della sala castello, resti archeologici di una villa romana (I-III sec. d. C.), nello specifico di un trappeto-palmento sotterraneo con pozzi, cisterne, aree di lavorazione per la produzione dell’olio e del vino, quasi integri. Prende il posto della precedente villa romana la possente struttura del castello, che diventerà nei secoli a seguire un vero e proprio simbolo del medioevo dell’Italia meridionale, nonché importante riferimento economico. Attraverso accurati studi comparati si è giunti anche a constatare la lunga vita della fortezza, divisa in tre fasi principali tra XI e XVI secolo. Testimone di fasi e momenti alterni della storia, di lotte tra i poteri religiosi e regi, avvicendarsi di feudatari, attacchi e battaglie, il castello era in origine costituito da una struttura fortificata normanna, con tre torri a pianta quadrata, congiunte da dormitori e stalle ed era innestato nella cinta muraria dell’antico casale fortificato e presentava due ingressi per i collegamenti verso l’interno e verso l’esterno, ancora oggi esistenti. 

Nel periodo svevo-angioino la fortezza assume un assetto militare-difensivo, e si arricchisce di un avancorpo interno con tanto di camminamenti pensili e scale, che uniscono le torri e le mura. L’attuale torre cilindrica fu edificata al posto della torre sud-est andata distrutta. Successivamente furono edificati all’interno della corte dei porticati con loggiato che, attraverso una grande scalinata in pietra, si collegano al piano residenziale, dove un bel salone è stato nel tempo trasformato con il passaggio dalla copertura a capriate alla elegante volta a crociera, e con raffinate colonne dagli interessanti capitelli. Fino alla fine del XIX secolo la fortezza resta al Capitolo arcivescovile, ma a seguire la struttura ospitò anche la scuola elementare e perfino un cinema. Oggi i meravigliosi ambienti impreziositi da eccellenti decorazioni e arcate ogivali e che conservano finemente secoli di storia e di culture, sono ancora animati da attiva vivacità perché sede degli uffici comunali, della biblioteca comunale, dell’aula consiliare al piano signorile, nonché siti per importanti eventi culturali. (cfr. mondi medievali, guida di Bitritto)

Sempre rimanendo nel centro urbano di Bitritto una tipica architettura è la Casa Torre collocata in Piazza Leone simbolo del potere politico e religioso, la struttura presenta diversi rimaneggiamenti nei conci e nel paramento murario le fonti datano l’edificio all’epoca tardo – romana. La costruzione che, nelle varie epoche, doveva svolgere funzioni di avvistamento, controllo, fortificazione, esazione viaria ed infine residenza nobiliare. Può considerarsi l’edificio meglio conservato nell'antico tessuto urbanistico cittadino, occupa una superficie di base alquanto ridotta, s'impone alla vista per il suo considerevole sviluppo altimetrico, articolato su quattro piani. A Nord e ad Ovest è addossata ad altre costruzioni più tarde, che ne impediscono l'esame, ma il prospetto Est (vedi foto) e quello Sud sono liberi, in quanto delimitano l'angolo dell'originaria insula abitativa

 

Il paesaggio delle campagne di Bitritto è prevalentemente ricco di vigneti, frutteti, e mandorle. La natura orografica è prevalentemente pianeggiante, con piccole discese nelle aree verso sud. Molti corsi d’acqua hanno origine sulle alture dell’altopiano murgiano, dove il drenaggio sembra più denso e ramificato, con percorsi poco tortuosi con discontinuità morfologiche che scendono verso il mare Adriatico. Bitritto si trova al centro di un reticolo di lame che nell’antichità hanno determinato le condizioni ambientali favorevoli per il popolamento. Il territorio infatti è attraversato ad ovest dalla Lama Lamasinata, ad est dalla Lama Palanella, a sud-est dalla Lama Fascinella, che si colloca in fascia premurgiana proprio tra i territori di Bitritto e Adelfia in un’area in cui si addensano le testimonianze più rilevanti di antichi insediamenti. Il clima di Bitritto, è soggetto a fenomeni di piogge intensive che possono ripristinare le lame che attraversano il territorio provocando allagamenti. Il centro della città è attraversato da un alto rischio idraulico che nasce a Sud del territorio di Bitritto. In Contrada Parco Vecchio vi è un'area a rischio idraulico denominata "Lama Badessa" proveniente dal territorio di Bitetto, e segue il percorso con differenti profondità fino al territorio di Bari. 

Particolari sono le grotte scavate nei fianchi delle lame dove sono stati ritrovati nel territorio bitrittese, reperti ossei, strumenti litici e materiale ceramico di età preclassica. Le prime comunità umane residenti nella zona dell’attuale Bitritto dovevano dunque essere presenti in ipogei carsici, successivamente trincerati e poi agglomerati in villaggi. Tra questi vi era quello che sorgeva in località San Giovanni, in località S. Marco e in Località Randa risalenti all’Età Protostorica. 

Di notevole importanza è “Grotta Mapane”, un ipogeo in cui si nota l’intervento antropico che si collegherebbe ad un lunghissimo passaggio di popoli, testimoniato da ritrovamenti archeologici di cui purtroppo rimane solo la testimonianza orale, che riporta comunque per tutta la contrada San Giovanni il racconto di ritrovamenti di antiche tombe. Per l’Età Peuceta la tradizione orale sembra trovare conferma dal ritrovamento nel 1951 di un gruppo di tombe con relativi corredi ritrovati mentre lavoravano per lo scasso di un vigneto in un fondo agricolo di proprietà di Silvestro Loconte

 

L’olio extravergine di oliva è uno degli alimenti alla base della dieta mediterranea. Nel vasto territorio di Bitritto viene coltivato principalmente l’ulivo. Gli alberi sono dotati di una media vigoria e crescono rapidamente, la pianta ha una alternanza produttiva abbastanza evidente e un’epoca di maturazione delle olive tardive. I frutti sono caratterizzati da piccole dimensioni, ma la resa in olio è buona. Gli oli, dal profumo prevalente di mandorla e leggere note di erba e carciofo, hanno gusto tendenzialmente dolce con pizzicore tenue

 



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