IL TERRITORIO DEL GAL SUD EST BARESE

Scopri la storia, l'arte, la cultura, l'enogastronomia dei 9 comuni del GAL

COMUNE DI CONVERSANO

 

conversanoCentro peuceta, di cui rimangono i resti delle mura megalitiche, è citata nei più antichi documenti con il nome di Norba (IV-III sec. a.C.). Nel Medioevo prese il nome di Cupersanum: passò dai Bizantini ai Longobardi di Benevento (secolo VII), che la fortificarono. Ritornata, nell’899, sotto i Bizantini, fu possesso dei principi di Salerno: conte Goffredo D’Altavilla. Successivamente la contea passò ai Brienne, agli Enghien, i Lussemburgo, gli Orsini, e, infine, agli Acquaviva D’Aragona, che la tennero fino all’Ottocento. Divenuta libero comune, partecipò attivamente ai moti risorgimentali.

 

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Centro peuceta, di cui rimangono i resti delle mura megalitiche, è citata nei più antichi documenti con il nome di Norba (IV-III sec. a.C.). Nel Medioevo prese il nome di Cupersanum: passò dai Bizantini ai Longobardi di Benevento (secolo VII), che la fortificarono. Ritornata, nell’899, sotto i Bizantini, fu possesso dei principi di Salerno: conte Goffredo D’Altavilla. Successivamente la contea passò ai Brienne, agli Enghien, i Lussemburgo, gli Orsini, e, infine, agli Acquaviva D’Aragona, che la tennero fino all’Ottocento. Divenuta libero comune, partecipò attivamente ai moti risorgimentali.

Dopo l’Unità d’Italia, mutati i rapporti di proprietà nelle campagne, ebbe una florida attività agricola e, grazie allo sviluppo di nuovi ceti sociali, rinnovò le strutture artigiane e commerciali. Nell’immediato Dopoguerra prosperò con l’insediamento di numerose piccole e medie industrie nei settori agroalimentari e entrò nel novero delle cittadine italiane più importanti per la produzione di ciliegie. Di pari passo sviluppò un’intensa vita culturale, che dalla seconda metà degli anni Settanta si è avvalsa della nascita di una delle più importanti emittenti televisive private del Mezzogiorno.

Nell’ultimo decennio del Novecento ha visto un sorprendente sviluppo delle produzioni ortofrutticole, con un notevole incremento dell’esportazione verso i mercati europei.

 

Conversano svetta arroccata su una collina a 219 metri sul livello del mare, con il Castello dei Conti Acquaviva d’Aragona, inizialmente fortezza inespugnabile, con le sue maestose quattro torri, poi residenza signorile dalle ampie sale affrescate, oggi sede della Pinacoteca ‘Paolo Finoglio’ che espone le dieci grandi tele della Gerusalemme Liberata, realizzate dal pittore napoletano su commissione del Conte Giulio Antonio, e della Pinacoteca ‘Accolti Gil Vitale’ che espone le opere del pittore ottocentesco Francesco Netti. Il Castello si affaccia sulla bellissima Piazza, incorniciata dalla maestosa facciata e dal campanile della Basilica Cattedrale, di chiaro stile romanico pugliese che ospita, sulla facciata principale, un pregiato rosone centrale e un imponente portale ligneo ornato da baldacchino e leoni stilofori. A racchiudere la frequentatissima Piazza Castello, ricca di bar e locali notturni, vi è anche l’antica Villa Garibaldi, giardino progettato dall’apprezzatissimo Arch. Sante Simone, e la balconata panoramica da cui si scorge il vicino Mare Adriatico. Passeggiando tra le vie del conservatissimo borgo antico, con il libeccio che scuote le fronde dei pioppi e dei pini, non è difficile imbattersi in monumenti e palazzi di grande pregio storico e architettonico: il complesso conventuale di San Benedetto, antica sede delle Badesse Mitrate insignite, nell’antichità, degli stessi poteri dei Vescovi, che svetta col bellissimo campanile ricoperto di maioliche gialle e blu, oggi sede del Museo civico archeologico oltre che di mostre ed eventi musicali e culturali, si presenta racchiuso tra le imponenti mura megalitiche del periodo peuceta; la chiesa barocca dei Santi Medici, dai bellissimi stucchi decorati in oro; le piazze e i vicoli suggestivi che si snodano tra gli antichi palazzi signorili e, durante tutto l’anno, si riempiono di suoni e di odori di antiche tradizioni mai perse. Appena fuori dal centro abitato, la chiesetta rurale di Santa Caterina, dalla caratteristica pianta quadrilobata, probabile postazione in cui i templari ricevevano la benedizione prima di imbarcarsi per mare verso la Terra Santa, e a circa 6 km dalla città, il Castello di Marchione, elegante tenuta di caccia dei conti, immersa in un bosco incontaminato, con l’imponente scala esterna a doppia rampa e il bellissimo loggiato coperto, riconosciuto come monumento nazionale sin dal 1976.

 

L’area GAL è caratterizzata da suggestivi angoli verdi. Sul territorio di Conversano vi è la ‘Riserva Naturale dei Laghi di Conversano’, costituita dai laghi di Sassano, Chienna, Petrullo, Iavorra, Padula, San Vito, Vignola, Minuzzi, Castiglione e Agnano. L'importanza di tali depositi d'acqua per l'agricoltura di un territorio altrimenti privo di acque superficiali fece sì che già in epoca romana, nei punti più bassi delle depressioni naturali, venissero costruite delle cisterne profonde fino a 12 metri. L’habitat dei laghi risulta fondamentale per la fauna anfibia e rettile; dal 1985 pertanto i laghi di Conversano sono stati dichiarati riserva naturale erpetologica. Recentemente, l'Unione Europea li ha classificati come siti di interesse comunitario per la conservazione del patrimonio naturale. Un secondo elemento di interesse naturalistico è la Gravina di Monsignore, incisione carsica che si estende dai livelli più alti della Murgia fino alla costa; l’area è caratterizzata dal fascino di alcune masserie fortificate, tra cui primeggia quella di Monsignore, ricca di ciliegeti, ideale per percorsi di trekking, come la macchia boschiva dell’area verde di Castiglione.

Castiglione, città medioevale di origina neolitica, domina l’omonima dolina dell’area di Conversano ed attorno alle sue mura megalitiche vanta una fiorente macchia boschiva. Sulla cima di un colle boscoso della contrada Castiglione si staglia l'alta torre a base quadrata, probabilmente con un nucleo trecentesco e rifacimenti del tardo Cinquecento. L'ingresso alla torre è in posizione sopraelevata e richiedeva presumibilmente un ponte levatoio; la sommità è coronata di beccatelli. Attorno alla torre vi sono i resti di cinta murarie con basamento megalitico che delimitava la cima del colle, dove sono emersi i resti di alcune strade, case e botteghe e i ruderi di una chiesa di impianto basilicale con abside semicircolare, detta dell'Annunziata.

 

LA PIETRA

TERRITORIO DI RIFERIMENTO

pietra 1Il territorio della Murgia, termine che significa roccia affiorante, è ricco di pietra scavata dall’acqua, terra strappata alla pietra calcarea. Il territorio del GAL Sud Est Barese è caratterizzato dalla presenza di lame, siti archeologici e grotte. Le lame costituiscono in genere dei micro ambienti molto favorevoli all'antropizzazione, per la presenza di acqua, di terreni particolarmente fertili, di un microclima temperato e perché costituiscono vie di comunicazione naturali. La Lama Giotta, solco erosivo più meridionale tra quelli che partendo dalla Murgia confluiscono verso il centro urbano di Bari, presenta il suo tratto più interessante, e maggiormente inciso, nel territorio del Comune di Noicattaro, dopo aver attraversato l’area dei Comuni di Turi e Rutigliano, territorio a sua volta attraversato dalla lama di Mosca (tratto iniziale di lama Giotta), a nord del centro abitato, e lama dell'Annunziata, a sud del centro urbano, importanti connessioni ecologiche tra le aree interne e la costa. Le due lame costituiscono le uniche aree relitte dell’originario paesaggio naturale dell’area. Fra i siti archeologici: l'antica città di Azetium, unica area, sita nel comune di Rutigliano, in cui è riscontrabile un insediamento ininterrotto dal Bronzo Finale, per tutta l'età antica, fino all'alto Medioevo e l’area di Curtomartino, giacimento archeologico risalente al Paleolitico sito nel territorio di Acquaviva delle Fonti, che costituisce un caso assolutamente unico in questo territorio e nella Murgia in generale.

 

MATERIALI

pietra 2La pietra calcarea caratterizza il territorio del GAL Sud Est Barese e del territorio pugliese in generale. Pietra antica che conserva la sua autenticità e che grazie alla sua storia e alla sua nobile conservazione risulta essere un materiale unico, utile ed affascinante grazie all'emozione che trasmette di ritornare al passato ed immortalare la storia. I banchi calcarei superficiali della pietra, più morbidi, sono utilizzati per l'estrazione di pietra da utilizzare per realizzare sculture e decorazioni.

 

TECNICHE DI LAVORAZIONE

pietra 3Le mani sapienti degli artigiani con uno scalpellino trasformano la pietra in opere d’arte che caratterizzano l’artigianato artistico tipico del territorio del GAL Sud Est Barese.
Negli ultimi anni si è assistito ad un ritorno d’interesse alla lavorazione di questo materiale, sia per l’architettura che per gli oggetti di artigianato. La lavorazione avviene ancora quasi interamente a mano con metodologie tramandate da generazioni, con l'utilizzo di vecchi arnesi di lavorazione quali scalpello, sega, pialla e raspa, lasciando all'abilità dell'esperto artigiano e alla sua creatività, l'elaborazione di oggetti unici nel suo genere, dai portacenere ai tavolini, fino alle sculture.

 

LA CILIEGIA DI CONVERSANO (la c'res)

TERRITORIO DI RIFERIMENTO

ciliegiaConversano rappresenta l’epicentro produttivo dell’oro rosso del sud-est barese dove la stagione cerasicola movimenta un fatturato di circa 30 milioni di euro e rappresenta ancora oggi la maggiore fonte di sostentamento per famiglie e aziende agricole. Riguarda proprio la storia di Conversano il primo riferimento documentario relativo alla coltura del ciliegio in provincia di Bari: risale al 1648 il Libro del Procuratore Generale del Capitolo di San Leone in Castellana nel quale sono riportati i primi acquisti di ciliegie effettuati per fare omaggio alla Signora Badessa del monastero di San Benedetto di Conversano. Sempre a Conversano è stata realizzata la più vasta e completa collezione varietale di ciliegio dell’Italia meridionale: un campo collezione di 100 “cultivar” di ciliegio dolce di provenienza nazionale ed estera esteso su una superficie di 4,5 ettari. Con i suoi studi sperimentali su 15 nuove varietà di ciliegie, il Centro contribuisce a dare concreti indirizzi operativi agli agricoltori per elevare produttività e competitività. La raccolta si esaurisce tra maggio e giugno, in una ricca alternanza di qualità: Bigarreaux (Bigareau), Giorgia, Forlì e Ferrovia il cui celebre nome deriverebbe dal fatto che il primo albero nacque da un nòcciolo di ciliegie vicino ad un casello ferroviario delle Ferrovie Sud-Est. A seconda della varietà, la polpa assume colorazione e consistenza diverse e passa dal bianco al rosso nerastro, dal tenero al croccante. Il gusto è dolce, mai stucchevole, con punte di acidulo.

 

PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Secondo il detto “una ciliegia tira l’altra”, è difficile interrompere la degustazione di ciliegie! In realtà, una dieta ricca di ciliegie avrebbe, in virtù delle sue proprietà antinfiammatorie, l’effetto di prevenire gli  infarti ed altre patologie vascolari, in quanto la particolare  composizione chimica del frutto le conferisce proprietà simili all’aspirina, senza le controindicazioni del medicinale, e con una dose decisamente maggiore di gusto. La ciliegia ha proprietà depurative, energetiche, lassative, disintossicanti e per il suo corredo di vitamina A, che favorisce la crescita, è consigliabile anche ai bambini.

 

RICETTARIO

confettura ciliegieCONFETTURA DI CILIEGIE (ricetta e procedimento)

Prendete una pentola grande e mettete l’acqua, lo zucchero e poi le ciliegie lavate, provate del nocciolo e spezzettate. Mescolate e portate a ebollizione.
Fate sobbollire per 30 minuti e man mano con un mestolo forato eliminate la schiuma che si formerà.
Fate la prova del piattino: mettete un piattino in freezer e quando è ghiacciato tiratelo fuori. Prendete poca confettura e adagiatela sul piattino ghiacciato, se inclinando in piattino la confettura resta ferma è perfetta, se scivola dovete cuocere la marmellata per qualche altro minuto (massimo 6 minuti). Volendo potete unire qualche goccia di succo di limone prima di proseguire la cottura. Mettete la confettura, ancora bollente, nei vasetti sterilizzati e chiudeteli, capovolgeteli e poi copriteli con una coperta, lasciateli così per 24 ore e poi riponeteli in dispensa fresca e asciutta, preferibilmente al buio.

 



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