Diverse sono state le iniziative intraprese in questi anni per la promozione del Grano Buono di Rutigliano, un antico e storico cereale coltivato nel territorio rutiglianese e che si differenzia da altre varietà per l’altezza delle spighe e le qualità alimentari che lo fanno risultare adatto alla cucina, tanto da poter essere consumato a chicchi.
Nel mese di febbraio è stato approvato da parte del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambientale della Regione Puglia l’inserimento del Grano Buono di Rutigliano nel Registro Regionale delle Risorse Genetiche Autoctone di Interesse Agrario e Forestale e Zootecnico. A seguito del quale è avvenuto anche l'inserimento nell'Anagrafe Nazionale della Biodiversità di Interesse Agricolo e Alimentare da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF).
Nel frattempo è stato approvato da parte del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) anche il riconoscimento del Marchio di Tutela Grano Buono di Rutigliano attraverso la pubblicazione sul Bollettino Italiano Brevetti e Marchi.
Un doppio riconoscimento che rafforza il lavoro intrapreso dal GAL con l'avvio delle ricerche sul territorio e del successivo ritrovamento di un piccolo quantitativo di semi conservati da un anziano produttore locale.
A seguito del quale è stata promossa nel 2015 la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa con il Comune di Rutigliano, l'Università degli Studi di Bari, il Politecnico di Bari, il CNR IBBR, CREA e l'Associazione Portanuova per la caratterizzazione, tutela e valorizzazione dell’antico cereale.
Dichiara il Presidente del GAL, Pasquale Redavid “Questo riconoscimento si inserisce in una strategia di lungo termine intrapresa dal GAL per sostenere il recupero di questa storica varietà di grano a rischio scomparsa. Lo si deve anche grazie alla capacità del GAL di fare rete sul territorio con il Comune di Rutigliano e l’Associazione PortaNuova da anni impegnata nella promozione della Festa del Grano Buono di Rutigliano, oltre che con tutti i più importanti attori scientifici e di ricerca della nostra Regione. Questi riconoscimenti offriranno un ulteriore impulso alle attività di sviluppo e crescita della filiera agroalimentare collegata a questo prodotto tipico del sud est barese.”